Tutto può succedere a un concerto del Boss

Non sono quello che si direbbe un appassionato di Bruce Springsteen (che, per la cronaca, ha compiuto sessant’anni proprio ieri), anche se apprezzo molto alcune sue canzoni, in particolare quelle vecchiotte tipo Born to Run e Spirit in the Night. Ma a quanto pare vederlo su un palco dev’essere emozionante, perché i suoi concerti sono un ottimo misto di energia, melodia e… autentiche sorprese! Per spiegarvi che cosa intendo, riporto un estratto di un articolo che ho letto sul numero di luglio/agosto della rivista Buscadero, nella fattispecie il report di Dino Cattaneo sulle due date di Bruce Springsteen & The E Street Band al Banknorth Garden di Boston del 21 e 22 aprile 2009. Partiamo dalla prima sera:

«  Parte Raise Your Hand, vecchio pezzo classico soul che Bruce ha ormai fatto suo, e incomincia il rituale di raccogliere cartelli con le richieste. (…) Qualcuno passa a Bruce un cartello con parole e accordi di I’m Bad, I’m Nationwide degli ZZ Top. “La band non conosce questa canzone” annuncia Bruce. Dopo di che si volta verso la E Street Band e annuncia: “Pezzo in La, faccio la prima parte da solo, voi guardate e seguitemi”, e trascina il gruppo in una versione che se non è tecnicamente perfetta ha un grande feeling da bar band. Alla fine del pezzo Bruce esclama trionfante: “Nessuno può sorprendere la E Street Band”.

Evidentemente l’esperimento gli è piaciuto. La seconda sera, dopo aver depositato il solito pacco di cartelli sul palco, scava fino a che trova un foglietto scarabocchiato e, sganasciandosi dalle risate, lo fa vedere a Steve Van Zandt [chitarrista della E Street Band]. “Qualcuno sta cercando di sorprendere la band!”, e la telecamera mostra un cartello con su I Wanna Be Sedated. Conciliabolo di 30 secondi con Van Zandt e Lofgren [il chitarrista solista] per decifrare gli accordi e la E Street Band si lancia nel pezzo dei Ramones.  »

Bruce Springsteen @ Pinkpop Festival 2009

E le sorprese non finiscono qui. Sentite cos’altro è successo nella seconda data di Boston, quando è arrivato il momento dei bis.

«  Bruce invita sul palco Tim Brennan, chitarrista dei Dropkick Murphys (gruppo che mischia folk irlandese e punk e che è ormai un’istituzione di Boston). Tim è accompagnato dalla sua ragazza che ha un’espressione un po’ sorpresa. Bruce spiega di avere un annuncio importante, e passa il microfono al chitarrista, che chiede alla ragazza di sposarlo. “Tim mi ha detto che questo pezzo sarà la canzone ufficiale del matrimonio. Dategli una chitarra!” annuncia Bruce, e il gruppo si lancia in So Young and In Love [outtake dal disco del 1978 “Darkness on the Edge of Town”]. Non contento, Bruce invita sul palco il resto dei Dropkick Murphys per American Land e Glory Days, per un finale infuocato.  »

Se avete voglia (e pazienza) di scoprire quali siano le altre cover eseguite dal Boss durante il lungo tour di supporto al nuovo album “Working on a Dream”, vi rimando alla pagina delle scalette del suo sito internet.

Ma una chicca ve la propongo anche questa volta: Bruce e la E Street Band che ripropongono niente meno che London Calling dei Clash, nel loro concerto del 29 aprile allo Spectrum di Philadelphia. E oltre a questo, dato che abbiamo parlato dei Dropkick Murphys e presumo che nessuno – come del resto il sottoscritto – li abbia mai sentiti, andiamo a vederci il videoclip di uno dei loro brani più famosi: I’m Shipping Up To Boston, dall’album “The Warrior’s Code”.

~ di dK su 24 settembre 2009.

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